sabato 4 ottobre 2008

Ma perche' Paperino si mette il costume al mare quando normalmente va girando combinato di quella maniera?





...sarebbe piu' logico che andasse girando nudo...no? e niente...questo....

venerdì 20 giugno 2008

martedì 17 giugno 2008

giovedì 12 giugno 2008

Come fai fai, sbagli (Ovvero "Situazioni da cui non puoi uscire indenne")


(Si Prega di leggere prima la premessa, nel post precedente)

Situazione 1 “Oltraggio al candore”

Pochi giorni fa mi trovai per caso in un negozio di abbigliamento sportivo e, passando in rassegna tutte le calzature come mio solito fare, fui colpito da un paio di sneakers con un accattivante stile vintage, di cui non riuscivi assolutamente a capire la marca…mi avvicino…incredibile!!! Sono Converse!!! Chi l’avrebbe mai detto…nell’epoca del “tutto griffato” come fai a collocarti in quella fascia di persone che possono essere definite “really cool”? Semplice, indossando accessori assolutamente “flat”, senza il minimo segno riconoscibile della casa di produzione. Secondo punto a favore, erano nere ma con la punta bianca candida, arrotondata in puro stile seventies, con una righina nera incavata che la rende assolutamente deliziosa alla vista. Terzo punto a favore, il costo….solo 40 euro!!! Le acquisto e inizio a sfoggiarle in giro baldanzoso e sfrontato, sfidando chiunque mi capitasse di incontrare a riconoscerne la marca. Ma solo dopo pochi giorni, in una ricerca mediatica sulle ultime tendenze Indie ispiratami da Quelmioamicolindie, scopro che le mie preziose sneakers sono attualmente considerate un “must have” da tutti i Preppy Kids!!! Ancora piu’ gonfio e impettito non me ne separo un attimo, quasi quasi ci dormo anche…fino a quando, poche sere fa, di fronte a un rinomato bar senese, crocevia di nuove tendenze e deliri, la “pazzerella” di turno, una di quelle squinzie tutte “fru’ fru’” cresciute a botta di Naj-Oleari, Cioe’ e Boy-Band, sghignazzando ed emettendo ultrasuoni dall’indecifrabile significato me le pesta, motivando questa oltraggiosa nonche’ scellerata azione con la seguente argomentazione:
“Le Sneakers vanno portate sporche e rovinate”. Non vi descrivero’ la mia reazione, anche se chi mi conosce puo’ immaginarsela piu’ che facilmente, ma mi limitero’ a descrivere gli unici due modi da cui puoi uscire da questa situazione tremenda:

1. Ti fai come un animale, rivendicando il tuo diritto di avere sneakers pulite nonostante tutti le portino sporche ( e poi fatti un giro su The Preppy Journal, stronza! E vedi quali so le tendenze del momento…). In questo caso, sarai additato o come “Fighetto”, o come “Scassacazzi permaloso che non sa stare allo scherzo”, precludendoti tutta una serie di rapporti e amicizie negli ambienti finto-sciatto-anarchico-abbassoilsistema-cheguevara-cinemaneorealistarusso-
kefiaecane-ecchippiunehappiunemettoide.

2. Fai finta di niente, ti mostri rilassato e cool, fai quello che in fondo non ci tiene, ma stai a stento trattenendo un attacco di panico…quel candore oltraggiato te lo ricorderai per tutta la vita, e anche se corri in bagno in preda a una crisi convulsiva a pulirle, nulla sara’ piu’ come prima…certo, hai salvato la faccia, ma a che prezzo? Hai un ulcera perforata, senza contare che da ora in poi tutto il mondo si sentira’ autorizzato a pestarti le scarpe nuove…

Come fai fai, sbagli…

Come fai fai, sbagli (Ovvero "Situazioni da cui non puoi uscire indenne")

Vorrei oggi inaugurare una nuova sezione di questo mio blog, dedicandola a una delle piu’ grosse tragedie con cui gli uomini di ogni epoca hanno dovuto imparare a misurarsi: La situazione da cui non puoi uscire indenne, in nessun caso e nonostante ogni disperato tentativo.Come definire i limiti entro i quali una situazione puo’ essere definita come sopra descritto? Lo decideremo insieme, cari amici, ed e’ per questo che vi invito caldamente a partecipare al forum discussivo, segnalandomi esperienze, opinioni, situazioni immaginarie o quant’altro possa giovare alla sistematizzazione di questo tanto scottante ma poco esplorato argomento; la forma la deciderete voi…un commento, una descrizione accurata della vostra esperienza (reale o immaginaria) e tutto quello che sta in mezzo a questi due estremi saranno ben accetti e pubblicati. Per adesso, comincio io.


PS. Ringrazio Fluffy Brother per la collaborazione nella creazione concettuale di questa nuova rubrica nonche' per l'aiuto prezioso nella elaborazione del concetto esposto nel post successivo, inaugurale della rubrica stessa.

venerdì 6 giugno 2008

...


Recentemente mi sono imbattuto in alcuni autori che fanno parte di quel filone Americano Yuppie-positivista che conobbe grossa fioritura all’ incirca nella meta’ degli anni ottanta e che ha dato vita a tutta una serie di pubblicazioni incentrate sul tentativo di sistematizzare le tecniche piu’efficaci e rodate per raggiungere il successo, sia esso economico che sociale. Uno degli assiomi comuni e fondamentali di questi scritti e’ che sei tu stesso a determinare il raggiungimento di un obiettivo o, piu’ in generale, il tuo successo, a seconda di come ti poni di fronte agli eventi stessi: lo stato d’animo, il sistema di “credenze” con cui ti convinci di cosa puoi e non puoi fare, la capacita’ di leggere l’insuccesso come qualcosa da cui impari etc etc…
Vi assicuro che vi si trovano concetti interessanti dentro: il problema e’che, a mio parere vanno letti in un ottica un po’ piu’ realistica, che contempli l’imponderabile imprevedibilità degli eventi, che pure esiste (e che questi fanno finta di non vedere…del resto se fossero stati realisti non sarebbero americani…o non lo sono proprio perche’ sono americani? Dilemma…)
E si, perche’ se tu sei un ottimista, una persona energica, positiva, che si da coraggio e da fare, non c’e dubbio che tu riesca a raggiungere dei risultati che, a parita’ di mezzi e di condizioni, non otterresti se assumessi un atteggiamento negativo, ma manco possiamo fare finta di niente e pensare che se mentre cammini ti cade una tegola in testa lo potevi evitare con la forza del tuo Karma…e allora concedetemi di adottare uno schematismo:
se il successo lo rappresentiamo come il 100% di qualcosa, diciamo che con il tuo atteggiamento nei confronti del mondo e degli eventi puoi “ottimizzare” la tua possibilita’ di raggiungimento di un obiettivo fino a un massimo del 90% (e sono ottimista). Resta un 10% di possibilita’ di insuccesso che pure devi contemplare e con cui devi imparare a fare i conti. (Se a questo punto tu che stai leggendo stai pensando la seguente cosa: “Pero’ sei un po’ troppo razionale…dovresti essere piu’ istintivo, il mondo mica funziona a percentuale”, ti pregherei di tenerti questo pensiero per te e di non esternarlo in un commento, altrimenti ti vengo a prendere dentro casa). E allora mettiamo che hai fatto tutto quello che hai letto sul “Manuale del giovane di successo”, e nonostante questo gli eventi ti hanno portato in quel 10% di cui sopra…ovviamente ci sono diversi modi di reagire. C’e chi si deprime, ma questa e’ la reazione meno interessante da osservare. La cosa interessante e’ osservare invece quel sottogruppo di individui che reagiscono, appunto, re-agendo, ossia mettendo in atto dei comportamenti e delle strategie di reazione. In questo sottogruppo, vi sono due categorie molto interessanti da un punto di vista sociologico:

  1. Il “Leader”: la forza di questo individuo risiede nel fatto che non contempla l’insuccesso come una possibilita’. Nel momento in cui tu escludi la categoria “Insuccesso, Fallimento” dalla tua organizzazione cognitiva, questo immediatamente smette di esistere. Come fa? Semplice…si sposta, guarda l’evento da una angolazione differente, quella che gli piace di piu’. Questo concetto e’ magistralmente esposto in maniera sintetica a e chiara in un celebre aneddoto che riguarda Thomas Edison. Dopo che per una miriade di volte aveva tentato di perfezionare la lampadina elettrica, qualcuno gli chiese “Hai forse intenzione di andare incontro a ulteriori fallimenti o ti fermerai qui?. La Risposta di Edison fu “Io non ho mai fallito, semplicemente ho scoperto moltissimi modi di non inventare la lampadina elettrica!”
  2. Lo “Sciacallo”: di solito presuntuoso e arrogante, inopportuno ed eccessivo, e’ di solito uno che punta i piedi: nemmeno lo sciacallo contempla la possibilita’ di insuccesso, ma proprio perche’ e’ arrogante, presuntuoso, perche “lui e’ meglio degli altri”. Di fronte a un insuccesso, lo sciacallo mette si in atto dei comportamenti a feedback, ma comincia a giocare sporco: per diminuire fino ad annullare la sua possibilita’ di insuccesso, fa in modo che quella di un altro individuo o del sistema in cui egli stesso e immerso aumenti. Il problema e’ che quando si accorge che questa strategia funziona, lo sciacallo inizia a giocare sporco sempre, anche quando non ve ne sia necessita’.

Spesso giudichiamo le persone in base al successo e ai risultati che esse ottengono, trascurando il fatto che ci sono molte vie e percorsi che possono condurre a una stessa meta, e mai come oggi e’ importante come si arriva a una cosa, piuttosto di cosa si raggiunge…viceversa, si puo’ imparare molto di piu’ su qualcuno osservandone le modalita’ di reazione all’ insuccesso, perche’ li non e’ piu’ possibile bleffare...

e niente, questo…

venerdì 30 maggio 2008

Giusto per precisare...


...la conosco la differenza tra ACCENTO (Acuto e Grave) e APOSTROFO, solo che, avendo comprato questo laptop in america, le vocali accentate non sono contemplate sulla tastiera...del resto cosa vi aspettate di piu' da un idioma che ha un solo articolo e che non distingue i sostantivi nemmeno in maschile e femminile?

PS: Quelmioamicolindie mi ha detto che mediante alcune pratiche sciamaniche potrei addirittura trovare il modo di inserire l'accento senza dover cambiare tastiera, ma aspetto ancora che mi spieghi come...

mercoledì 28 maggio 2008

Mondanita' e Paradossi



L’altra sera, presi da una improvvisa smania dettata molto di piu’ dalla disperazione che dall’audacia, io e Quelmioamicolindie ci siamo avventurati in un’ uscita serale di quelle che non facevo piu’ dai tempi del liceo…alle 21,30 ci siamo dati appuntamento e siamo andati…dove? E dove se non in un “Aperitive Bar”? (Aperitive Bar : Bar = New Age : Musica). Li’, tra il vuoto sociale e quello molto meno accettabile dei piatti che “nell’ora della gente che conta” ospitavano stuzzichini confezionati nel precambriano, troviamo una comune conoscente che, leggendo nei nostri occhietti un misto di spaesatezza e sbigottimento, ci accusa con la seguente arringa:
E Vabbe’, ma siete usciti troppo tardi!

Indie Kid, non me ne volere ma questa pure tiene ragione, ho lasciato intendere al mio compare di ventura, il quale intuendo ma facendo finta di nulla, mi propone con sapiente e navigato tempismo un giro verso la piazza del Campo. Giunti in loco, optiamo per un mondanissimo drink sul balconcino del Key Largo, locale patinatissimo e minimal chic.
Consumato il nostro, tra una coppietta alla nostra sinistra (di quelle che devono inserire un mediatore sociale fra di loro per non litigare o annoiarsi, tipo gioco di società e/o videocassetta e/o cena con gli ex compagni di classe di lui e/o lei) e tre femmine che parlavano di negozi outlet alla nostra destra, beandosi del fatto di aver pagato solo 16 euro per un copricostume (scusate ma perche’ uno si compra un copricostume? Cioe’ o stai in citta’ e stai vestito, o stai al mare e stai in costume…il tragitto da casa al mare? un pareo, un pantaloncino o che ne so…senno’ con questa logica ti devi comprare pure il copri-copricostume etc etc…), il senso della disfatta aveva gia’ penetrato il nostro inconscio, ma doveva ancora palesarsi pienamente alla nostra coscienza. Poi , sulla via raminga del ritorno, incontriamo una persona con cui ci lamentiamo della scarsa effervescenza della serata...nuova arringa:

“E Vabbe’ ma siete usciti troppo presto!”
Un paradosso, due affermazioni, l’una antitetica all’altra ed entrambe vere nello stesso istante…l’unica teoria unificante e’ dunque che tra le 21,30 e le 23,30 esiste un salto spazio temporale in cui il mondo potrebbe anche non esistere…e di fatto ci siamo quasi…

giovedì 22 maggio 2008

Parole Parole...Parole (Capitolo terzo)

Ragazzi, mettiamoci daccordo pero’, se ci stanno le parole (i verbi, i sostantivi, i predicati, gli aggettivi etc etc…) e le svuotiamo del loro significato e/o le usiamo con leggerezza, senza rispettarle, allora le nostre non soltanto perdono di valore, ma possono addirittura arrivare a distorcere la tua comprensione della realta’… argomento a me caro questo delle parole e del loro valore, si sa, …embe’?

Allora, vediamo di spiegarci…se tu tieni per la Rubor Castellanese e stai a Paupisi, seduto davanti al caminetto di casa tua che ascolti alla radio le frenetiche azioni dell’accesissimo derby che la tua squadra del cuore sta giocando contro gli acerrimi nemici dell’ A.S. Monfalconese e Cioppi, il tuo attaccante preferito, segna, tu zompi dalla sedia ma ti devi stare attento a quello che dici…perche’ a pochi metri da te ci sta tuo figlio che ha 5 anni e sta faticosamente cercando di costruire la sua architettura cognitiva solo soletto, aggiungendo, mattone dopo mattone, forza e inespugnabile robustezza al proprio modo di interpretare il mondo e i suoi segnali…(non e’ che solo perche’ sta giocando col lego ti devi pensare che non ha voglia di fare un cazzo…non lo vedi che ha tirato su una struttura escheriana a cinque dimensioni??)…dicevo, ti devi stare attento a quello che dici, perche’ se tu zompando allucchi “abbiamo segnatoooooooooooo’, il bambino, interpretando in modo assolutamente corretto la tua affermazione ma non trovandone alcuna verifica oggettiva circa la sua assennatezza, e partendo inoltre dall’assunto sbagliatissimo ma assolutamente fisiologico e funzionale a quell eta’ che “i grandi hanno sempre ragione”, deve solamente pensare “qua pazzeo e pazzeo co sto lego, mi sforzo, nemmeno dormo la notte per non trascurare stimoli importantissimi per la mia crescita, ma mi sa che non ci sto capendo niente…abbiamo chi? Sei uno solo, e benche’ frughi nella mia breve memoria a lungo e breve termine, non riesco a trovare in archivio una, dico una sola immagine di te staccato da quella sedia…se non fosse che all’asilo me lo ha spiegato la maestra, sarei ancora convinto della tua natura mitologica, meta’ uomo meta’ sedia…segnato?? Ma che vuol dire ?che significa? Ma non e’ che so scemo?

Piu’ corretta e sicura da un punto di vista pedagogico sarebbe l ‘affermazione “L’attaccante della mia squadra del cuore ha segnato, portando la stessa in vantaggio e dunque, benche’ io non abbia in nessun modo partecipato attivamente alla realizzazione di questo evento, ne gioisco a tal punto da zompare dalla sedia.”

Questo provocherebbe molti meno danni in chi vi sta intorno, oltre a ricalibrare il nostro senso della realta’ ormai starato…le parole so importanti, chiediamogli il permesso prima di usarle…

mercoledì 21 maggio 2008

I treni non si perdono da soli…no un attimo…
la tua volonta’ di saltare su un treno per vedere dove ti portera’, per cambiare orizzonte, per guardare fuori dal finestrino un rullio di paesaggi non e’ condizione sufficiente, sebbene necessaria, acciocche’ tu su quel vagone riesca a salirci sul serio…certo, tu ci puoi sempre provare, ma po’ s’adda semp vere’…
Perche’ puo’ pure essere che tu stai la’, pronto, eccitato, sognante, romanticamente sperduto e quello che fa? non si ferma…niente…corre dritto…tu-tu-tutum, tu-tu-tutum, tu-tu-tutum…nemmeno ti vede, capace che se stavi sopra ai binari ti faceva pure secco…
…e a quel punto tu che pensi? E’ vabbe’, certi treni purtroppo non passano piu’…e una rondine nemmeno puo’ fare primavera da sola poverella, e tu nemmeno puoi fartela la tua primavera da solo, ci vuole pure un poco di collaborazione…e non ci dimentichiamo che una volta arrivavano pure in orario, i treni… (quando c’era LUI).
E poi ci ripensi, e ti ricordi che ,in fondo, sto treno gia’ era passato un poco di tempo fa, solo che era troppo pieno di gente che, a volerla dire tutta, non si era nemmeno preoccupata di pagare il biglietto…e come sgomitavano...vabbe’ va, scendiamo, qua non e’ cosa…
Non e’ vero che certi treni non passano piu’, sebbene questa eventualita’ sarebbe preferibile se poi la seconda volta il macchinista non si ferma e ti piglia pure per il culo…
Io i treni non li perdo da solo…

venerdì 16 maggio 2008

France'...

…ti ricordi quella volta che ci incontrammo ai giardini De Simone a Benevento? Io si, c’era il concerto del Nada Trio con Ferruccio Spinetti e Fausto Mesolella…
“ …e insomma, che fai, che non fai…eh niente, si prova a suonare…sto facendo una cosa bella da un po’, un’orchestra laboratorio sulla musica del Brasile, si chiama Labirinto, divertente…bello, sarei proprio curioso di sentirvi una volta…”
Beh, noi suoniamo il 7 di Giugno in Piazza del Campo a Siena…io chiedo ai ragazzi di suonare un poco piu’ forte, ma tu fammi il piacere, allunga l’orecchio…